Ce ne sono state diverse a dire il vero, ma soprattutto una cosa che ho imparato mi sembra importante.
Che poi, a pensarci bene, tutte tanto piccole non sono. Forse le conoscevo anche prima, ma quest’anno le ho proprio toccate con mano. A volte mi ci sono più scontrata a dire il vero.
Fra queste, la cosa che ho imparato più importante è un’ovvietà: il corpo è uno e dobbiamo prendercene cura. Ma mai, come in questo ultimo anno, ne ho iniziato a capire l’importanza.
No, sono profondamente fortunata e non ho scoperto di avere una qualche malattia importante. Anche perché le malattie purtroppo non arrivano solo a chi non si è preso cura del proprio corpo. Colpiscono spesso con un’atroce casualità, a tutte le età, anche quelle che dovrebbero essere intoccabili per la loro innocenza.
Parlo di “cose minori” che a un certo punto, nel mio caso il mio cinquantesimo anno di età, decidono che è ora di mostrarti il conto da pagare.
Un mal di schiena che ti dà segnali da tempo e decide che è ora di darti una causa concreta con cui confrontarti, come un’ernia fuoriuscita. Una gastrite cronica e un colon irritabile che ti sei procurata a 25 anni con un viaggio avventuroso in Messico che improvvisamente si risveglia la prima, e inizia ad essere molto più fastidioso il secondo. Un orecchio che perde gran parte dell’udito da un anno all’altro. Un metabolismo così rallentato che perdere quel paio di chili prima dell’estate, come hai sempre fatto, diventa un’impresa titanica.
Quando si è giovani non ci si pensa tanto. Si è nell’età delle possibilità, non in quella della prevenzione.
Alla mia età per certe cose è tardi, si può solo provare a migliorare lo stato di salute del nostro corpo o a evitare che le cose peggiorino.
Ho quindi imparato che i controlli sono indispensabili. È inutile mettere la testa sotto alla sabbia, prima o poi arriva il vento a scoprirtela. E il “poi” nelle questioni di salute non è mai migliore del “prima”.
Ho imparato, ma non del tutto ancora messo in pratica, che la costanza paga in tutto. Fare movimento, riposarsi bene, bere tanto, mangiare il più possibile sano, tutto questo con costanza, può fare miracoli per mantenere il tuo corpo il più possibile in salute.
Ho imparato però che non si può iniziare a fare tutto insieme, perché questa è una fase della vita in cui spesso anche la forza di volontà non è più la stessa di prima. Saranno gli sconvolgimenti ormonali o chissà che cosa, ma atteggiamenti e approcci che hanno fatto sempre parte di te, sembrano non appartenerti più. Tutto cambia prima e durante la menopausa. come ci ha raccontato Mimma. Meglio allora prendere una piccola abitudine alla volta piuttosto che prendere tutto di petto insieme.
Per un mese cerchi di bere di più e poi finisce che non te ne dimentichi più. Solo allora si può passare alla successiva abitudine come fare una camminata di mezz’ora al giorno. Piano piano ti diventa indispensabile farlo.
La cosa più difficile, almeno per me, è l’approccio con il cibo. Sono sempre stata sfilata ed il peso non è mai stato un mio problema. Ma quelle piccole rotondità che le due gravidanze non in giovane età mi avevano lasciato, verso i 50 anni sono diventate sempre più evidenti grazie anche a diversi problemi digestivi.
Mangiare mi piace. Anzi, più passano gli anni, e più stare a tavola, soprattutto con gli amici, con un calice di vino bianco in mano, è diventato uno dei grandi piaceri della vita. Come si fa a rinunciarci? Credo che la soluzione sia non rinunciarci perché anche la vita è una e non si può vivere di rinunce. Credo allora che il segreto sia muoversi il più possibile come ho già detto e cercare di mangiare molto sano fra le mura di casa. Per potersi poi permettere la cena fuori senza troppi problemi.
I trucchi che per me funzionano sono non assaggiare nemmeno certe cose come il pane, i biscotti e la Nutella perché se li assaggio, poi non riesco a fermarmi. Per me mentalmente funziona molto di più la privazione completa che il poco. Per poi poterselo concedere senza limiti una volta ogni tanto.
E poi avere sempre tutto pronto in casa quello che mi serve per mangiare bene: uno snack dolcino ma con pochi carboidrati o del cioccolato fondente per il voglino inevitabile del post pranzo, un sostitutivo del pane con pochi carboidrati, la verdura già pronta e porzionata in congelatore, cose semplici da preparare come carne e pesce, dei frutti di bosco freschi. Certo il trucco migliore è non avere nulla di quello che non si può mangiare in casa, ma sappiamo tutti che se non si vive da soli è irrealizzabile.
Questi sono alcuni degli impegni che avevo preso con me stessa ad inizio anno per quanto riguarda la salute. Sono stata brava nella fase dei controlli di tutto ciò che non andava, ho fissato l’intervento all’orecchio, ho fatto fisioterapia e pilates con costanza, ho camminato non tutti i giorni, ma abbastanza. Ho cercato di dormire e bere di più.
L’unica cosa dove ho fallito spesso è stato il mangiare bene. L’ho fatto due giorni sì e tre no. Assolutamente senza costanza e con meno forza di volontà del solito.
L’estate è già alle porte ed io non ho un buon rapporto con il mio corpo in questo momento. La tentazione di dire che tanto ormai è tardi è molto forte. Ma anche questa è una cosa che ho imparato quest’anno: la rinuncia a un impegno con noi stessi è più facile a questa età.
“Tanto andrà sempre peggio, tanto un marito e dei figli ce li ho già, tanto non mi devo più per forza vestire tutta stretta…”. Ma è proprio quando assecondiamo questo meccanismo mentale che le cose precipitano. Perché per fare piccoli miglioramenti ci vuole tempo e costanza e si affronta sempre la salita, per andare indietro e peggiorare invece troviamo sempre una strada facile e in discesa.
E allora cerchiamo di non mollare proprio ora in cui siamo a un vero bivio della vita. Chiediamoci più spesso di prima quali siano le nostre priorità per il futuro che ancora abbiamo e cerchiamo di perseguirle. Guardiamoci spesso allo specchio e chiediamoci se possiamo fare qualcosa perché lo specchio ci possa rimandare un’immagine con cui sentirci a nostro agio. Non certo con l’occhio del perfezionismo che non è mai positivo, ma con quello dell’amore per noi stessi. E poi cerchiamo di fare quello che ci fa bene, a piccoli passi costanti.
Federica, Italia